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Il segmento testuale Noi Donne è stato riconosciuto sulle nostre fonti cartacee. Questo tipo di spoglio lessicografico, registrazione dell'uso storicamente determinatosi a prescindere dall'eventuale successivo commento di indirizzo normatore, esegue il riconoscimento di ciò che stimiamo come significativo, sulla sola analisi dei segmenti testuali tra loro, senza obbligatoriamente avvalersi di vocabolarii precedentemente costituiti.
Nell'intera base dati, stimato come nome o segmento proprio è riscontrabile in 25Entità Multimediali , di cui in selezione 5 (Corpus autorizzato per utente: Spider generico. Modalità in atto filtro S.M.O.G.: CORPUS OGGETTO). Di seguito saranno mostrati i brani trascritti: da ciascun brano è possibile accedere all'oggetto integrale corrispondente. (provare ricerca full-text - campo «cerca» oppure campo «trascrizione» in ricerca avanzata - per eventuali ulteriori Entità Multimediali)


da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 144

Brano: Noi Donne

domandava, per esempio, se era giusto andare a ballare mentre continuava ancora la guerra e le sorelle del Nord stavano ancora combattendo la loro dura lotta. Nel n. 7 del 1945 veniva trattato il delicato problema dei reduci e dei prigionieri di guerra, visto attraverso le difficoltà psicologiche in cui le donne venivano a trovarsi. Era un’epoca in cui la politica significava anche ricostruire casa, famiglia e vita.

L’obiettivo centrale per « Noi Donne » era precisamente quello di conquistare le donne alla politica, far loro comprendere che bisognava impegnarsi. Scorrendo i primi numeri[...]

[...]domandava, per esempio, se era giusto andare a ballare mentre continuava ancora la guerra e le sorelle del Nord stavano ancora combattendo la loro dura lotta. Nel n. 7 del 1945 veniva trattato il delicato problema dei reduci e dei prigionieri di guerra, visto attraverso le difficoltà psicologiche in cui le donne venivano a trovarsi. Era un’epoca in cui la politica significava anche ricostruire casa, famiglia e vita.

L’obiettivo centrale per « Noi Donne » era precisamente quello di conquistare le donne alla politica, far loro comprendere che bisognava impegnarsi. Scorrendo i primi numeri si possono cogliere le tappe dell’emancipazione attraverso gli avvenimenti storici, ripercorrere le fasi della guerra partigiana dalla liberazione di Firenze fino all’insurrezione del 25 aprile, seguire i primi passi del nuovo movimento delle donne. Nel n. 3 (settembre 1944) compaiono le prime informazioni sull’Italia occupata e, da quel momento, quasi ogni numero reca notizie sulle azioni delle donne partigiane e dei Gruppi di difesa.

Sul n. 4 (ottobre 1[...]

[...]ioni sull’Italia occupata e, da quel momento, quasi ogni numero reca notizie sulle azioni delle donne partigiane e dei Gruppi di difesa.

Sul n. 4 (ottobre 1944) viene lanciato un appello deH’U.D.I. per dare vita a un’associazione unitaria, avente l’obiettivo di contribuire alla ricostruzione del paese e, al tempo stesso, di conquistare per le donne parità di diritti e un ruolo diverso nella società. Da quel momento, uno dei temi centrali di « Noi Donne » è quello della battaglia per il voto alle donne. Viene lanciata una petizione in appoggio alla richiesta avanzata al governo affinché il voto alle donne venga esteso subito e la questione non venga rinviata alla decisione della futura Assemblea Costituente. Sul n. 7 dell'1.12.1944 viene riportato un referendum tra le lettrici sulla necessità di estendere il voto alle donne. Nel n. 9 dell’1.1.1945 vengono pubblicate le risposte date a tale referendum da Pietro Nenni, Paimiro Togliatti, e quella del liberale Manlio Lupinacci, più le dichiarazioni in favore dovute ai segretari della C.G.I.L. ([...]

[...]lavoro delle donne, perché ce chi sostiene invece l’opportunità di rimandare a casa le donne per far posto ai reduci e ai prigionieri di guerra che stanno tornando. Quindi si pone la questione del diritto al lavoro per le donne e si propone l’esempio della fabbrica di birra Peroni di Bari: per evitare il licenziamento delle donne e consentire al tempo stesso l’assunzione dei reduci, si è qui deciso di ridurre l’orario di lavoro da 48 ore a 40. « Noi Donne » dedica attenzione anche ai diritti delle contadine, in particolare alla lotta delle mezzadre per abolire la consuetudine feudale delle « regalie » da portare ai padroni.

Un altro grande tema al centro dell’attenzione del giornale è quel

lo di far riprendere la vita civile, aprire asili, rimettere in funzione le scuole. Nel numero di dicembre

1944 si dà notizia della prima scuola riaperta a Roma grazie al lavoro volontario delle donne.

Dopo la Liberazione

Dal 15.8.1945 « Noi Donne » cambia veste (sarà la prima di una nuova serie di metamorfosi) ed esce a Milano in forma di sem[...]

[...] contadine, in particolare alla lotta delle mezzadre per abolire la consuetudine feudale delle « regalie » da portare ai padroni.

Un altro grande tema al centro dell’attenzione del giornale è quel

lo di far riprendere la vita civile, aprire asili, rimettere in funzione le scuole. Nel numero di dicembre

1944 si dà notizia della prima scuola riaperta a Roma grazie al lavoro volontario delle donne.

Dopo la Liberazione

Dal 15.8.1945 « Noi Donne » cambia veste (sarà la prima di una nuova serie di metamorfosi) ed esce a Milano in forma di semplice foglio a 4 pagine (prezzo lire 3), come bollettino settimanale di informazione deH’U.D.L. Viene annunciata la preparazione di un settimanale illustrato che però vedrà la luce solo un anno dopo. Nello stesso numero del 15 agosto si dà notizia della decisione di indire un congresso di unificazione tra Gruppi di difesa della donna e U.D.I.. Nella nuova e scarna veste scompaiono la cucina, la moda, e la narrativa; i temi politici e la preparazione del congresso diventano do

minanti. Nel secon[...]

[...] della Francia, dell’Inghilterra e di numerosi altri paesi. Nel numero del 31.10 15.11.1945 si trovano il discorso tenuto al Congresso da Ferruccio Farri, stralci delle relazioni dell’U.D.I. e dei G.D.D., lordine del giorno per un'azione femminile unitaria dedicato ai rapporti tra l’U.D.I. e l’associazione femminile cattolica C.I.F., e più in generale il problema delle donne credenti nei confronti della battaglia di emancipazione.

Nel 1946 « Noi Donne » diventa rivista settimanale. Così il giornale cresce insieme alle donne, accompagna il loro evolversi culturale e politico, si sviluppa man mano che crescono i problemi che investono la nostra società e che sfociano poi nelle grandi lotte che segnano le tappe dell'emancipazione femminile. « Noi Donne » è costantemente impegnata a rendere consapevoli le proprie lettrici che è possibile cambiare la propria condizione, lottare per migliorarla, influire sul fardello di ingiustizie accettato da sempre dalle donne e subito come un fatto naturale. « Noi Donne » non è frutto, come tante altre riviste analoghe, di una convergenza di interessi pubblici e privati, ma l’interesse che

lo guida è sempre e soltanto quel

lo della liberazione femminile. Così sarà nel primo venticinquennio del dopoguerra, sotto varie direzioni.

Nel 1970 il giornale attraversa una crisi gravissima dovuta alle difficoltà economiche che angustiano tutta l’editoria indipendente democratica. Dietro a « Noi Donne » non ci sono grossi editori né finanziatori occulti. Al giornale vengono fatte proposte di inglobamento in altre testate, ma « Noi Donne » ha una tradizione di autonomia che in

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 142

Brano: Noiariis, Combattimento di

Una lapide, posta di fronte al ponte di Noiariis, ricorda oggi il sacrificio dei tre caduti. Alla memoria di Magrini è stata conferita la medaglia d’argento al v. m.

Noi Donne

Periodico femminile antifascista italiano, edito in diverse sedi e a varie riprese, con periodicità e forma editoriale diverse, a partire dal 1937. « Noi donne » è un giornale singolare che avrà la ventura di nascere e rinascere parecchie volte: a Parigi, come espressione del movimento femminile antifascista; nell’Italia occupata dai tedeschi, come organo dei Gruppi di difesa della donna (v. Donne nella Resistenza); nell’Italia liberata, come espressione del movimento che darà vita all’ U.D.I. [Unione Donne Italiane).

La prima edizione legale (o quasi) di « Noi Donne » uscì a Parigi nel 1937, pubblicata sotto la direzione della comunista Marina Sereni, come espressione dell’Unione Donne Italiane, cioè dell’associazione facente capo all’Unione Popolare che raccoglieva le donne antifasciste emigrate in Francia.

Il foglio nasceva in un momento di acuta tensione politica dopo l’aggressione fascista all’Etiopia e lo scoppio della guerra civile in Spagna. A Parigi esso si dedicò in primo luogo alla mobilitazione delle donne per la difesa della pace, denunciando la politica fascista in Spagna e riferendo sul movimento femminile che si era ormai consolidato ed[...]

[...]e nei racconti pubblicati l’immagine di una donna liberata e conscia dei propri diritti. Il giornale svolgeva inoltre l’importante funzione di organizzare e riportare le attività delle varie sezioni e dei comitati de! movimento, attività diretta anzitutto alla lotta antifascista.

Nella Resistenza

Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, con l’occupazione tede

sca della Francia, ebbe inizio anche qui il periodo della clandestinità e « Noi Donne » dovette cessare le pubblicazioni. Il giornale rinacque clandestinamente in Italia, nel

1944, come organo dei Gruppi di difesa della donna. Dalle edizioni stampate alla macchia in varie regioni italiane durante l’occupazione tedesca e la Resistenza, risultano pubblicati 6 numeri in Piemonte sotto la direzione di Camilla Ravera,

5 in Liguria, 11 in Lombardia diretti da Rina Picolato, 1 nel Friuli, 8 in Emilia, 1 in Toscana diretto da Dina Ermini, e due in altre località. Non sempre ovviamente si trattava di pubblicazioni stampate: spesso anzi il giornale era solo ciclostilato o dattilos[...]

[...]i quei giornali clandestini sono andati purtroppo perduti perché, all’epoca, Tesser trovato in possesso anche di un solo esemplare comportava il carcere o la deportazione. Le poche copie salvate sono ora raccolte nelle biblioteche dell’A.N.P.I., nei musei della Liberazione, negli Istituti di storia della Resistenza.

Nella Italia liberata

Mentre il Comitato centrale dei Gruppi di difesa nell’Italia occupata si impegnava per fare uscire il « Noi Donne » clandestino, a Napoli, per iniziativa di Nadia Spano, usciva il primo numero legale del giornale, con direttrice responsabile Laura Bracco: 8 pagine stampate in inchiostro azzurro, prezzo di copertina 4 lire, 18.000 copie di tiratura, periodicità mensile.

L’editoriale del primo numero era intitolato « Il nostro compito » e diceva: « Oggi, più che mai, quando sul nostro suolo si combatte una guerra difficile e dura, quando il nostro paese, ancora diviso, non può riprendere un corso normale di vita, a noi, donne, si pongono ogni giorno problemi tanto più ardui quanto più sono le difficoltà[...]

[...]problemi tanto più ardui quanto più sono le difficoltà che ci impediscono di risolverli; oggi più che mai sentiamo il bisogno di unire le nostre forze per aiutarci a vicenda.

La guerra ha portato lontano i nostri uomini ed abbiamo dovuto assumere, spesso provvisoriamente, talvolta purtroppo definitivamente, il compito grave di capo famiglia. Quante volte in questo compito, ci è mancato l’aiuto di un consiglio, il conforto di una voce amica. « Noi Donne » vuole appunto essere per voi questa voce amica, la confidente alla quale in ogni circostanza, triste od allegra, voi vi possiate rivolgere per sentire la parola adatta ed affettuosa che noi, donne, tanto desideriamo. Questo giornale, che sarà il vostro giornale, si indirizza con uguale interesse all’operaia e alla contadina, alla studentessa o alla sartina, alla donna e alla ragazza di casa. A tutte, esso chiede suggerimenti e notizie; a tutte, esso offre la possibilità di discutere i problemi che, in quanto donne, più particolarmente ci interessano. Esso vuole e deve essere il legame che u[...]

[...]otizie; a tutte, esso offre la possibilità di discutere i problemi che, in quanto donne, più particolarmente ci interessano. Esso vuole e deve essere il legame che unisce strettamente tutte le energie femminili che si drizzano oggi per schiacciare l’invasore nazista, per ricostruire un domani libero e felice ove sia concesso alla donna di educare i suoi bambini per un avvenire costruttivo e non per vederli ogni vent’anni gettati alla morte.

« Noi Donne » vi dirà lo sforzo delle nostre sorelle in Italia occupata per raggiungere questo obiettivo, esso vi mostrerà come questa nostra aspirazione ad una vita libera sia comune a tutte le donne, esso vi indicherà con quali mezzi oggi, noi, in Italia liberata, possiamo dare il nostro contributo alla lotta che ha per posta la felicità e l’avvenire del nostro popolo.

Per vent’anni, il fascismo ci ha scartate dalla vita nazionale, mentre disgregava le nostre famiglie, imponendo ai nostri bambini una educazione che noi non volevamo, scatenando una guerra che noi non sentivamo e portando il nostro pa[...]

[...]ai nostri bambini una educazione che noi non volevamo, scatenando una guerra che noi non sentivamo e portando il nostro paese allo sface

lo economico. Noi vogliamo ricostruire la nostra famiglia ed è perciò che siamo direttamente interessate da tutti i problemi della vita nazionale, dalla guerra, dalla ricostruzione economica, dall’epurazione ecc. ed alla soluzione di tutti questi problemi, noi vogliamo e possiamo dare un grande contributo. « Noi Donne » esprimerà questa volontà delle donne italiane e la certezza che esse hanno che il nostro popolo, unendo tutte le sue sane energie, temprato dalla lotta attuale, saprà operare alla rinascita della nostra Italia dalle rovine accumulate da vent’anni dal fascismo ».

Gli intendimenti politici con cui il giornale usciva erano dunque chiari: un giornale per tutte le donne, costituire un legame per tutte le energie femminili con l’intento di sconfiggere il fascismo e partecipare direttamente alla costruzione di un’Italia diversa, far conoscere la lotta delle donne nella Italia occupata, sollecit[...]

[...]
Gli intendimenti politici con cui il giornale usciva erano dunque chiari: un giornale per tutte le donne, costituire un legame per tutte le energie femminili con l’intento di sconfiggere il fascismo e partecipare direttamente alla costruzione di un’Italia diversa, far conoscere la lotta delle donne nella Italia occupata, sollecitare nell’Italia liberata

lo sviluppo di un movimento delle donne. Ma era già chiara anche la formula editoriale: « Noi Donne » non era solo un foglio politico, ma un giornale femminile e alle donne voleva offrire, insieme a uno strumento di lotta politica e di organizzazione, quello che tradizionalmente le donne sono abituate a

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 143

Brano: Noi Donne

trovare nei periodici a esse diretti: moda, cucina, narrativa, problemi della casa e dei bambini. Anche il secondo numero (quello di agosto) uscì a Napoli, ma già dal terzo numero la redazione e l'amministrazione vennero trasferite a Roma; alla direttrice Laura Bracco si affiancò Vittoria Giunti che, dal numero dell'1.4.1945, rimarrà unica direttrice.

Il giornale a Roma sarebbe dovuto uscire quindicinalmente, ma venne subito a trovarsi nell'assoluta impossibilità di mantenere l’impegno. Altrettanto irregolare era la sua veste tipografica: alcuni numeri stampati in azzuro, altri in nero [...]

[...] che esso si proponeva di condurre era appunto quella delle donne in quanto donne, era l’idea dell’unirsi e del sentirsi tutte personalmente coinvolte e protagoniste. L’uscita di ogni numero doveva affrontare infinite difficoltà finanziarie, non essendovi all’epoca nessun movimento femminile organizzato, e le donne dell’Italia meridionale a cui il giornale arrivava non erano ancora abituate, tutto sommato, alla lettura di un giornale politico. « Noi Donne » lanciò una sottoscrizione (« Avanti verso le 100 mila lire »), ma date le condizioni del momento la situazione non tendeva a migliorare. E tuttavia, in mezzo a tante difficoltà, il giornale non soltanto continuò a uscire, ma andò acquistando una sempre più chiara fisionomia, una propria organicità, un taglio semplice e popolare. La formula era alquanto elementare, tesa a cambiare il modello di periodico femminile fino ad allora in circolazione.

Il « Noi Donne » del 1945, con copertina illustrata, comprendeva un editoriale politico, un romanzo a puntate (il testo non era mai di evasione m[...]

[...]una sottoscrizione (« Avanti verso le 100 mila lire »), ma date le condizioni del momento la situazione non tendeva a migliorare. E tuttavia, in mezzo a tante difficoltà, il giornale non soltanto continuò a uscire, ma andò acquistando una sempre più chiara fisionomia, una propria organicità, un taglio semplice e popolare. La formula era alquanto elementare, tesa a cambiare il modello di periodico femminile fino ad allora in circolazione.

Il « Noi Donne » del 1945, con copertina illustrata, comprendeva un editoriale politico, un romanzo a puntate (il testo non era mai di evasione ma quasi sempre « impegnato », riferito alla Resistenza e alle lotte sociali), e inoltre articoli dedicati alle lavoratrici, quasi una « pagina sindacale » per ie donne, notizie dall’Italia occupata, i problemi del carovita, dei reduci, del voto alle donne, della scuola.

Anche le rubriche di moda e di cucina risentivano della drammaticità delle condizioni di vita dell’epoca: le ricette di cucina, per esempio, rispecchiavano le difficoltà dovute al razionamento, l[...]

[...]nto pare, si proponeva di girare un film sulle « donne che avevano favorito i tedeschi ». Pur nella veste modesta, che tradiva la povertà dei mezzi, il giornale aveva nelle sue parti meno direttamente politiche una straordinaria vivacità e una notevole comunicativa di massa, la capacità di farsi portavoce delle ansie e dei problemi delle donne, compresi quelli che oggi si definirebbero del « privato ». Qualche lettrice si

Il primo numero di « Noi donne » stampato a Napoli nel luglio 1944

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da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol II (D-G), p. 472

Brano: [...]sta dal 1938 e attiva militan' te antifascista, durante la seconda guerra mondiale fu condannata in Tunisia sotto il regime del maresciallo collaborazionista Pétain. Sfuggita aM’arresto, continuò la lotta clandestina e nel 1944, con suo marito Velio Spano (v.), condannato per ben due volte a morte in contumacia, riuscì a raggiungere fortunosamente l’Italia liberata.

Tre le organizzatrici della Unione Donrie Italiane, ha diretto il settimanale Noi Donne fino al 1945. Deputata all’Assemblea Costituente, rieletta nel 1948 e nel 1953, è entrata a far parte del Consiglio nazionale deH’U.D.I. e ha presieduto fino al 1958 l'Unione Donne Sarde.

Gallo, Alberto

Spada. N. ad Asti il 23.12.1902; cantiniere. Comunista, nel 1927 fu condannato dal Tribunale speciale a

6 anni e 6 mesi di reclusione, che trascorse nelle carceri di Saluzzo e di Sulmona.

Dopo I'8.9.1943 ha preso parte alla Guerra di liberazione, nelle file della Resistenza, organizzatore e partigiano combattente nella 2a Brigata Garibaldi nel Biellese, poi commissario politico del[...]



da Enciclopedia dell'antifascismo e della Resistenza. Vol IV (N-Q), p. 141

Brano: [...]viluppare lotte di massa in Italia. Nel quadro della « svolta » imposta a questo lavoro, tra il 1931 e il 1932 anche Teresa Noce compì viaggi clandestini in varie regioni italiane, finché i numerosi arresti di militanti e funzionari imposero al partito di sospendere, tale attività.

Nel 193334 la Noce segui nuovamente Longo a Mosca e lavorò nel Profintern (Internazionale dei sindacati rossi). Poi ancora a Parigi, dove contribuì alla nascita di Noi Donne, mensile diretto da Xenia Sereni. Nel 1936 fu inviata in Spagna per curare la pubblicazione di II Volontario della Libertà, destinato agli italiani combattenti nelle Brigate Internazionali.

Rientrata in Francia nel 1938, allo scoppio della Seconda guerra mondiale fu internata (in quanto cittadina di paese nemico) nel campo di Rieucros. Ne venne liberata, dopo l’armistizio francotedesco, per intervento delle autorità sovietiche (allora alleate alla Germania nazista) e autorizzata a lasciare la Francia insieme a Longo per raggiungere l’U.R.S.S., dove già risiedevano i suoi due figli. Senonch[...]


Grazie ad un complesso algoritmo ideato in anni di riflessione epistemologica, scientifica e tecnica, dal termine Noi Donne, nel sottoinsieme prescelto del corpus autorizzato è possible visualizzare il seguente gramma di relazioni strutturali (ma in ciroscrivibili corpora storicamente determinati: non ce ne voglia l'autore dell'edizione critica del CLG di Saussure se azzardiamo per lo strumento un orizzonte ad uso semantico verso uno storicismo μετ´ἐπιστήμης...). I termini sono ordinati secondo somma della distanza con il termine prescelto e secondo peculiarità del termine, diagnosticando una basilare mappa delle associazioni di idee (associazione di ciò che l'algoritmo isola come segmenti - fissi se frequenti - di sintagmi stimabili come nomi) di una data cultura (in questa sede intesa riduttivamente come corpus di testi storicamente determinabili); nei prossimi mesi saranno sviluppati strumenti di comparazione booleana di insiemi di corpora circoscrivibili; applicazioni sul complessivo linguaggio storico naturale saranno altresì possibili.
<---antifascista <---comunista <---U.D.I. <---italiani <---C.G.I.L. <---Comitato centrale <---U.R.S.S. <---antifascisti <---fascismo <---italiana <---italiane <---italiano <---nazista <---socialista <---A.N.P.I. <---Alfredo Di Dio <---Antonio Gramsci <---Azione Cattolica <---Brigata Garibaldi nel Biellese <---C.I.F. <---Camera del Lavoro di Grosseto <---Camere del Lavoro <---Camilla Ravera <---Cecilia Merlo <---Commissione interna <---Comune di Sutrio <---Congresso da Ferruccio Farri <---Corriere della Sera <---D.C. <---Di Dio <---Diritto <---Ennio Torbidoni <---Ermes Solari <---F.I.O.T. <---Fanciullo Proletario <---Firenze nella Guerra <---G.D.D. <---Galletto Rosso <---Garibaldini in Spagna <---Giuseppe Di Vittorio <---Ingegneria <---Italiano di Tunisi <---Ketty Sinigaglia Gallico <---La Pietra <---La guerra <---La prima <---Longo a Mosca <---Lozzo di Cadore <---Luigi Longo <---Luint di Ovaro <---M.O.I. <---Marina Sereni <---Membro del Comitato <---Michelino Bianchi <---Oreste Liz <---P.C.F. <---P.S. <---Paimiro Togliatti <---Palmiro Togliatti <---Partito Liberale <---Partito comunista <---Passato e presente <---Peroni di Bari <---Ponte di Noiariis <---Porta Palazzo <---Primo Maggio <---Questo giornale <---Rita Montagnana <---Sergio Gallico <---Storia <---U.D.L. <---U.S.A. <---Unione Donrie Italiane <---Vittoria Giunti <---Xenia Sereni <---angustiano <---antifasciste <---collaborazionismo <---collaborazionista <---comunisti <---cristiana <---dell'Armata <---democristiano <---emiliane <---fascista <---fasciste <---leninista <---nazismo <---nell'Azione <---psicologiche <---sfociano <---siano <---sindacalista



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